La seguente intervista è tratta dal volume: Itō Seinosuke (a cura di), Shōjo kakumei Utena – Bara no yōbō, Tōkyō: KK Besuto Serāzu, 1998, pp. 143-147; dopo essere già comparsa sulla rivista Animēju, numero del ottobre 1997.
La traduzione è stata realizzata da Yupa, tra il 17 maggio e il 18 giugno 2007, riveduta e corretta il 19 e il 20 giugno dello stesso anno; usato come termine di confronto una traduzione già realizzata tra agosto e settembre 1999. Ulteriormente riveduta tra il 25 aprile e il 3 maggio 2012.
L'ordine cognome-nome rispetta l'originale giapponese e non è ribaltato come invece avviene di consueto (quindi Enokido Yōji e non Yōji Enokido).
La traduzione non considera l’edizione italiana dell’anime di cui parla: i termini specifici sono tutti ritradotti dall’originale giapponese.
L’intervista è stata effettuato e pubblicata in Giappone quando la serie televisiva in oggetto era ancora in onda.
La traduzione è stata eseguita senza alcun fine di lucro, con l'unico scopo di divulgare informazioni in lingua italiana sull'animazione giapponese, altrimenti irraggiungibili, ed è liberamente distribuibile. In caso di citazione si prega di non alterare il contenuto. In caso di distribuzione e/o utilizzo si prega comunque di avvisare anticipatamente il traduttore.
Tutti gli errori e le omissioni sono da addebitarsi al traduttore.



Una ragazza che simboleggia quei momenti in cui si conosce la Realtà
mini-intervista a Enokido Yōji

- Oggi le chiederei di parlarci di Anshī.
Enokido Anshī, be’, è una ragazza che simboleggia quei momenti in cui si conosce la Realtà.
- Mh... In che senso?
E Utena rappresenta l’Ideale, Anshī la Realtà. Utena è un personaggio facile da capire, una che ti aspetti corra dritta verso la sua meta. La tipica protagonista, potremmo dire. Ma probabilmente ciò che dà a Shōjo kakumei Utena la sua “utenità” credo sia la presenza di Anshī.
- Non è molto chiaro. Ci spieghi meglio questo legame tra Anshī e la Realtà.
E Tra gli elementi di Utena ideati dal regista Ikuhara, e assenti in altre opere, c’è la presenza di Anshī, che è stata concepita come simbolo per introdurre la Realtà all’interno della narrazione. L’abbiamo fatto intenzionalmente. Anshī compare in scene inaspettate, fa azioni dall’oscuro significato, che però credo vadano comprese in relazione con le tematiche dell’opera.
- Concretamente, si riferisce a casi come il V episodio dove, per Miki, Anshī incarna la spietatezza della Realtà, giusto?
E Sí, proprio cosí. Mentre Miki combatte per lei, Anshī pronuncia quella battuta: «Adesso Utena, fallo fuori!» In quell’episodio credo si possa capire bene la funzione di Anshī. Negli episodî IV e V Miki la vedeva tramite le proprie convinzioni, e come risultato lei lo mette di fronte a quello che la Realtà è. E credo che anche qualche spettatore si sarà stupito, a vedere una conclusione del genere. Perché riteneva impossibile che dopo aver fatto cosí tanto per lei Miki potesse venir trattato freddamente da Anshî. Probabilmente chi si è stupito vedeva Anshî attraverso le proprie convinzioni, come Miki, anche se a un livello diverso.
- Già. Anche gli spettatori, come Miki, sono stati messi da Anshî di fronte alla Realtà.
E Non so se ciò sia pienamente riuscito. Però è questa l’idea con cui l’abbiamo fatto.
- Capisco
E Mentre le diamo forma a volte notiamo certe cose. Noi l’abbiamo creata come personaggio simbolo della Realtà, che riproducesse la Realtà come noi la percepiamo. Però il personaggio di Anshī che compare effettivamente su schermo è terribilmente irreale, e ti chiedi persino se una cosí possa davvero esistere (XD). È risultata un personaggio surreale.
- Mentre sarebbe dovuta essere un personaggio che più reale non si può (XD)!
E Sì, è incredibile. Partendo da qui e ragionando al contrario, forse quelle persone che nella quotidianità ci sembrano realistiche, sorprendentemente, non lo sono.
- Anshi è un personaggio che simboleggia la Realtà, ma intanto anche come persona è una realista.
E Certo. L’abbiamo concepita come una realista senza pari.
- Ovvero, di fronte alla Realtà non inganna se stessa.
E Già. Lei della Realtà accetta tutto. Quando si ha la forza di accettare la Realtà, si diventa come lei. - Praticamente all’esatto opposto dei Duellanti, che vivono confidando in fantasie come il desiderio di Eternità, o di qualcosa di splendido.
E Sí, e l’interiorità di Anshī non la comprendiamo del tutto nemmeno noi, che pure la stiamo creando. E vorremmo indagarla nel mentre che procediamo a crearla.
- Non la comprendete del tutto?
E Proprio cosí. Dopotutto sia a me che a Ikuhara a volte succede di non capire la Realtà. Ma non perché ci accada di ritenere assurdo o inaccettabile vivere nel Mondo. Forse è proprio perché desideriamo accertarcene che il personaggio di Anshī è diventato cosí.
- In altri termini, creare Anshī è un’indagine sulla Realtà.
E Proprio cosí.
- Possiamo vedere Utena come la storia di due persone, Utena che vive inseguendo un ideale, e Anshī, che vive guardando in faccia la Realtà?
E Fondamentalmente sí. Penso che lo scontro tra due personaggi, uno realistico, e uno che possiede un suo ideale, sia un modo classico di costruire una storia. E a seconda di chi influenzerà chi, dovrebbero emergere i desiderî dell’autore. In altri termini, o la storia finirà con la vittoria di chi possiede un ideale, mostrando cosí che vivere credendo in un ideale è meraviglioso, oppure con la vittoria di chi è realista, ci verrà insegnato che la Realtà è effettivamente spietata.
- Cos’ha contato di piú nella creazione di Anshī?
E La crudeltà della Realtà ha un lato attraente, no? Da una parte sapere fa paura, ma intanto ciò che fa paura attrae, no? A me piacerebbe riuscire a dar forma tramite una ragazza a questa specie di fascino. Capire quel che Anshī pensa è terrificante, però questo attrae, non si può resistere. È un po’ quella paura che qualcuno dica all’improvviso ciò che tutti evitano accuratamente di nominare.
- C’è una scena, nella storia, in cui si può cogliere Anshī nella sua essenzialità?
E Ad esempio, alla fine del XVII episodio, sceneggiato da Tsukimura Ryōe, Anshī afferma che Shiori non è affatto cambiata, e Utena non capisce bene. Ecco, io credo che quella semplice frase forse cela una realtà davvero terrificante.
- In quella scena finale Shiori, fino ad allora cupa e indecisa, ha trovato delle amiche, e a prima vista sembra sia lei la guida del gruppo. I suoi complessi, le sue ossessioni verso Juri sono cadute... o almeno sembra: Anshī, quindi, riesce a cogliere la vera natura della ragazza?
E C’era una Shiori coi suoi complessi e una Shiori che sembra non ne abbia piú, ma nessuna delle due è la vera Shiori. Entrambe sono solo maschere che lei indossa. E probabilmente Anshī comprende che nella ragazza c’è qualcosa di ben piú profondo.
- La fine della seconda parte, quella della Rosa Nera, termina con Mamiya che, improvvisamente, si trasforma in Anshī. Cosa significa?
E Qui è meglio mantenere l’alone di mistero (XD)!
- Quale che sia la ragione, Anshī aveva recitato la parte di Mamiya, giusto?
E Certo. Himemiya Anshī è la Sposa della Rosa, ma è anche Chida Mamiya.
- Quindi è anche possibile che recitati la parte di altre persone in altri momenti, giusto?
E Certamente (XD)!
- Questo, per Anshī, è un cómpito, una missione?
E Uno stile di vita, forse.
- Capisco.
E Anche senza parlare per forza di lei, abbiamo una Shiori solare e una cupa, e forse una delle due è una maschera, o forse sono maschere entrambe. Una persona magari crede di nascondere sotto la maschera la sua vera identità, ma forse persino lei ignora la verità vera. Chissà, magari Anshī conosce molto bene quel vero volto che le persone stesse ignorano. E forse è per questo che lei indossa molte piú maschere rispetto alla gente normale.
- Inoltre Anshī le indossa consapevolmente.
E A proposito, se Anshī e Utena esistessero veramente e dovendone scegliere una come fidanzata, lei chi sceglierebbe?
- Se la scelta fosse obbligata, sceglierei Anshī.
E E perché?
- Mi sembra piú interessante.
E Eh, la capisco. Anshī possiede il fascino della femminilità. E forse questo si collega al discorso di prima, sull’attrazione per la spietata Realtà. Una donna che conosce quanto la Realtà sia spietata credo abbia un fascino femminile molto forte.
- E rispetto a ciò il fascino di Utena qual è? L’assenza di contaminazioni, dato che lei la Realtà non la conosce?
E Se Anshī è la Realtà, forse Utena è quella persona che può farci considerare che magari esiste un Ideale piú forte della Realtà. E quando questo Ideale si manifesterà, è allora che avverrà la Rivoluzione.
- Capisco. È questo il significato del titolo Shōjo kakumei [letteralmente: «La rivoluzione delle ragazze»]?
E Potrebbe essere.