Voglio disegnare l'immagine di ragazzi che non si
facciano condizionare da statura, peso e voti scolastici.
Ventotto anni sono passati da quando ha iniziato a fare
animazione. Kondō Yoshifumi ha legato il suo nome a numerosi capolavori e ora
debutta alla regia con Mimi o sumaseba. Mentre l'opera è ancora in corso
di realizzazione, l'autore ci ha parlato di quello che ha desiderato esprimere.
Il
fumetto da cui il film è tratto mi è piaciuto perché una storia di grande
purezza
Si è abituato, ormai, a sentirsi chiamare "regista"?
Per niente! Non mi ci sono ancora abituato! ^_^
Mimi o sumaseba è il suo debutto alla regia, dunque?
Sì, è la mia prima volta.
Ci può parlare delle circostanze per cui è arrivato ad
affrontare questa sua prima regia?
Be', due anni fa, nel 1993, intorno a novembre, avevo
appena cominciato a lavorare alla produzione di Heisei tanuki kassen Ponpoko
["Ponpoko, la guerra dei tanuki dell'era Heisei", lungometraggio
dello Studio Ghibli del 1994, regia di Takahata Isao da un'idea di Miyazaki
Hayao. Ancora inedito in Italia. N.d.t.] e Miyazaki mi aveva portato un
fumetto da cui si sarebbe potuto trarre un film, dicendo che pensava mi sarebbe
potuto piacere. "Proverò a darci una letta", dissi e così lo presi. Leggerlo mi
diede una sensazione di freschezza e positività, e quando dissi a Miyazaki che era
una storia di grande purezza, e che mi era piaciuta, lui mi rispose: "Bene, se vuoi
farne il regista, puoi anche cominciare a disegnare lo storyboard"... Fu
così che, senza troppe possibilità di scelta, mi è stato concesso di diventarne
il regista.
Statura,
peso, voti scolastici: è questo che decide il futuro dei ragazzi?
Ci può spiegare se, nel lavorare a quest'opera, c'è
stato qualcosa di suo, di personale, a fare da base? E se sì, cosa?
Per parlarne, dobbiamo fare un grande balzo indietro nel
tempo...
Quando, alla Nippon Animēshon, mi occupavo delle animazioni
di Ai shōjo Porianna monogatari [serie tv del 1986. Trasmessa anche
in Italia con il titolo Pollyanna] c'era uno dei figli di Miyazaki che allora
frequentava le superiori ed era in periodo di esami, e in quell'occasione
Miyazaki mi aveva detto: "Adesso si dice che conoscendo i voti scolastici, la
statura e il peso di un ragazzo si può sapere anche che tipo di adulto
diventerà. Eppure devono essere molti i ragazzi che stanno al di fuori da
misure così arbitrarie, e mi piacerebbe fare un'opera che possa servire a dar
loro coraggio".
In pratica c'era lo stupore per delle misure di giudizio
così assurde...
Si, io mi era veramente stupito per una storia tanto
assurda, che i voti scolastici, la statura e il peso potessero stabilire il
futuro di un essere umano. Ma era una sensazione che non sentivo ancora nella
sua concretezza, perché i miei figli erano ancora piccoli.
Ho avuto poi modo di parlare con Nakajima Junzō, un
produttore di animazione, e quando gli riportai quel che mi aveva detto
Miyazaki, mi rispose: "Il problema sta nel fatto che anche i genitori appoggiano
l'attuale sistema educativo. Bisognerebbe che, in quanto adulti, i genitori
avessero un sistema di valori diverso, e un proprio modo di porsi".
Quello
che in un momento come questo voglio disegnare sono ragazzi e ragazze pieni di
gioja!
C'è una storia molto divertente, sul figlio di Nakajima, ma
temo che se la raccontassi poi verrei rimproverato... ^_^ Però è davvero
divertente, non posso evitare di riportarla!
Penso proprio fosse durante le scuole medie. Prima delle
vacanze estive, il maestro aveva detto ai suoi studenti: "Lo zio del vostro
insegnante gestisce una sobaya a Karuizawa. Chi teme di non avere dei
buoni risultati, se sarà andato in bicicletta fino al locale di mio zio, e ne
tornerà con un attestato che dica ‘Lui è stato qui!', allora io gli darò dei
punti in più!" [Una sobaya è un chioschetto all'aperto che vende soba,
vermicelli giapponesi, mangiati caldi d'inverno e freddi d'estate, conditi in
varî modi. N.d.t.]
Quindi, sentendo ciò, il figlio di Nakajima e altri tre
ragazzi si guardarono l'un l'altro e ci andarono veramente! ^_^ Quando me lo
raccontò, pensai che queste sono le cose che mi piacciono, che ammiro
veramente!
Anche un professore così è un professore, e anche questi
studenti sono degli studenti, ed è bello che tra loro ci sia una relazione
così, questo ho pensato. E poi, sicuramente, si può pensare che lo zio li avrà
accolti come si deve... Ho sempre voluto poter rendere in animazione l'immagine
di ragazzi così, pieni di gioja, e di tanto in tanto ne ho parlato con
Miyazaki. Ma lui mi diceva: "Ma tu vuoi fare una cosa tipa Chūgakusei nikki
della NHK: ragazzi e ragazze che entrano in scena, ognuno coi suoi problemi, e che
se ne stanno in piedi a testa bassa... ce ne sono già tante di cose così!" ^_^ [Chūgakusei
nikki ("il diaro delle medie") dovrebbe essere un serial televisivo
ambientato nelle scuole medie, trasmesso da diversi anni dalla televisione
giapponese di stato. N.d.t.]
Be', questo è pesante...
Anch'io, ogni volta, tento di giustificarmi in qualche
modo, dicendo che è Miyazaki ad essere convinto che le cose stiano così. Ma non
riesco comunque a staccarmi di dosso l'etichetta che mi ha appiccicato. Ancora
adesso mi dice che quello che io voglio fare è qualcosa tipo Chūgakusei
nikki! ^_^
Nel
fumetto ho visto l'immagine di ragazzi delle medie meritevoli di affetto
Comunque sia, tre anni anni fa, finalmente anche la mia
famiglia si ritrovò con uno studente prossimo agli esami. ^_^ In quel periodo
c'erano diverse modalità di esame che si mescolavano l'una con l'altra, e quindi
era qualcosa di veramente difficile. Eppure, guardando mio figlio e i suoi
amici, e poi i genitori che stavano loro intorno, la forte impressione che mi
davano era che, nonostante i problemi fossero per ognuno diversi, tutti quanti
si stessero impegnando con coraggio, e che fossero quindi meritevoli di affetto...
E a me veniva il desiderio di dare una forma in immagini a ciascuno di questi
normali studenti. Proposi ancora una volta questo discorso a Miyazaki, e fu
allora che saltò fuori Mimi o sumaseba di Hiiragi Aoi.
Lei stesso legge abitualmente shōjo manga?
No, non ne leggo molti. Ne ho letti di quelli che si
facevano una volta, come quelli di Chiba Tetsuya. Poi, qualcosa di Ōshima
Yumiko o Takano Fumiko. [Chiba Tetsuya è un autore maschio di fumetti
(autore, tra l'altro, del celebre Ashita no Jō): durante gli anni '50 e
parte dei '60 gli shōjo manga erano creati per la maggior parte da
autori e non autrici. Ōshima Yumiko e Takano Fumiko sono celebre autrici di
fumetti, ancora sconosciute in Italia. N.d.t.] Quindi, quando ho occasione
di leggerne di questo tipo, li ammiro per la loro freschezza, perché mi piace
la purezza che contengono. La freschezza trovo consista nel fatto che i
personaggi esprimono con sincerità quello che provano. Nel fumetto di Mimi o
sumaseba i personaggi, che frequentano la prima media, riflettono insieme
ai loro amici sul futuro, o sui problemi della carriera scolastica, e lo fanno
dal loro punto di vista di studenti di prima media.
Quell'incertezza
che ogni ragazza normale prova
A cosa è stata data più attenzione, in termini pratici, nel
trasformare questo fumetto in un'opera dello Studio Ghibli? Ce ne può parlare,
a cominciare dal fatto che l'età dei protagonisti è stata alzata dalla prima
alla terza media?
Questo è stato dovuto a Miyazaki, che ha giudicato fosse
più plausibile per la storia una situazione in cui si sentiva il pressante incombere
degli esami. Ha voluto enfatizzarlo perché, tra le tematiche che desiderava
sviluppare, avevano larga parte carriera scolastica ed esami Ovviamente anch'io
ho approvato.
Poi, sempre per quanto riguarda l'età, c'era anche l'intenzione
di dare maggior solidità alla storia, pur valorizzando la leggerezza tipica
degli shōjo manga.
Se vogliamo un esempio, il fumetto finisce con il ragazzo
che si dichiara a Shizuku, dicendole che lei gli piace. Abbiamo pensato se, nel
film, non si possa rappresentare la stessa cosa ma in una forma diversa: è così
che gli facciamo dire qualcosa tipo: "Sposami!"
Ma la direbbe, una cosa del genere, uno studente delle
medie? È forse troppo poco deciso un semplice "mi piaci"?...
Be', si tratta di un esempio! ^_^ Dall'altra parte ci siamo
chiesti se non sia meglio, come forma di lavoro, qualcosa di artigianale,
qualcosa che ora sta andando perduto. [Si riferisce al fatto che Seiji, il
protagonista, nel fumetto dipingeva, mentre nel film di Kondō costruisce
violini. N.d.t.]
Poi ho voluto mettere in scena coi dovuti dettagli delle
persone normali che vivono ognuno con i proprî problemi, e che, uno alla volta,
li vanno superando.
Ce ne potrebbe parlare in termini concreti, seguendo il
filo della storia?
Dunque... Ad esempio abbiamo Shizuku, che ancora non ha
deciso il suo percorso scolastico. Avrebbe il vago desiderio di scrivere storie
ma, intanto, non ha alcuna fiducia in se stessa visto che ancora non ha scritto
nulla. Il ragazzo, invece, ha già deciso di voler diventare, in futuro, un
artigiano, un costruttore di violini, e per questo andrà fino in Italia per studiare.
Lei, anche se ancora non ha detto nulla in tal senso, in un certo senso vorrebbe
camminare insieme con lui, ma vive l'incertezza di poter essere lasciata
indietro... È questa l'idea che Miyazaki, inizialmente, ha proposto, e la storia risulta
così la storia del modo in cui lei, con le sue forze, riesce a risolvere questa
incertezza.
Si tratta senza dubbio di quell'incertezza che qualunque
"ragazzo/a normale" prova, quando si innamora, giusto? Lasciamo dunque la
sorpresa su quale sarà questa soluzione!
A dire il vero, quando mio figlio era alle medie, c'era
veramente un suo amico che diceva di voler diventare un costruttore di violini,
e di andare all'estero per studiare. Quindi la nostra storia mi è piaciuto
subita perché l'ho sentita molto vicina.
Al
di là dello storyboardi, l'obiettivo è una regia della normalità
Ci sono stati momenti, ora che è diventato regista, in
cui ha capito quanto sia difficile questa posizione?
Sì, in certi momenti è stato davvero duro... Ah, be', dovrei
dire che lo è anche ancora! ^_^
Allo stato attuale, sente di aver superato, in quanto
realizzazione concreta, il grosso del lavoro?
Ora come ora abbiamo quasi terminato le animazioni
principali e cominciato con le intercalazioni... Ma la mia impressione è quella che
man mano che si va avanti io continui a causare problemi in ogni dettaglio... Il
fatto è che il modo in cui si porta avanti la creazione delle immagini lo
conosco, ma per quanto riguarda cose come il sonoro, le riprese, le rifiniture,
i fondali, un po' con tutto è la prima volta che ci ho a che fare, e quindi per
me è veramente difficile. Persino Miyazaki arriva a dirmi cose tipo: "Ma quanti
anni sono che lo fai, ‘sto lavoro?!" ^_^
Dal punto di vista registico, Miyazaki ha la passione
delle scene di volo mentre Takahata tiene particolarmente alla musica. In Mimi
o sumaseba, che è la sua prima regia, ci sono dei punti riconoscibile cui ha
voluto fare un suo accento particolare?
Uhmmm... Cosa potrei dire? Se proprio devo, direi nel far sì
che si veda la normalità della recitazione del quotidiano.
Dopotutto già lo storyboard di Miyazaki era realizzato
in maniera ottima, ed era davvero interessante e divertente, quasi troppo
rifinito. C'erano molti begli episodî, e anche molte scene culminanti.
Trasponendo tutto quanto su schermo così com'era, il risultato sarebbe stato di
per sé interessante a sufficienza, però...
Prendiamo ad esempio una scena in cui il vapore dell'udon
caldo sale tutto vaporoso, e ci si soffia sopra mentre lo si mangia con gusto. [L'udon
sono delle trenette, solitamente mangiate in brodo o condite con salse di
vario tipo. N.d.t.] Basterebbe il vapore che si alza per dare l'idea
dell'appetitosità, ma una cosa del genere, in realtà, è molto difficile da
realizzare. È effettivamente possibile esprimerla? Verrebbe bene, con le
tecniche che abbiamo attualmente? Sono queste le cose su cui mi sento veramente
incerto. ^_^
Per
gli interpreti delle voci è stata data più importanza al senso di realtà che
non alla bravura
Per la voce di Shizuku è già stata scelta Honna Yōko.
Che idee ha, invece, in vista della selezione degli altri doppiatori?
Ecco, penso non a dei doppiatori in senso stretto, ma a
persone che riescano in una recitazione normale della quotidianità. Piuttosto
che alla bravura nella tecnica vocale, vorrei dare importanza al senso di
realtà, che si avverta la corrispondenza con l'età dei personaggi.
Da
un ragazzo normale a un personaggio ideale, che valga la pena di essere
disegnato
Dal suo punto di vista, che tipo di ragazza è Shizuku?
Dovrebbe essere una ragazza che comunichi un senso di
realtà tale per cui, se vien detto che legge spesso libri in biblioteca, faccia
subito pensare che ragazze del genere ne esistono sul serio! ^_^ Che abbia i
suoi sbalzi di tensione, com'è proprio di una studentesse delle medie, e che
sappia anche diventare terribilmente seria. È un tipo di personaggio che, per
quanto mi riguarda, apprezzo, in cui riesco a trasferire le mie emozioni.
Se poi devo dire di più, mah... che altro potrei dire?
Miyazaki è una di quelle persone che pensano che, piuttosto che lanciarsi in
critiche sulla scuola, sull'educazione, insomma, sugli ambienti in cui
attualmente vivono i ragazzi, sia più importante il modo in cui le persone
dovrebbero essere originariamente, che sia più importante rappresentare persone
che vivono la vita pienamente. Costruisce mondi come desidererebbe che fossero,
e quindi quello che viene messo in scena non è mai quello dell'attualità.
Inizialmente io avrei voluto che il ragazzo per cui
Shizuku, a modo suo, arriva a provare interesse, fosse un ragazzo normale, ma il
punto di vista di Miyazaki, man mano che proseguiva con lo storyboard,
ha preso un'altra strada. Da metà in poi ha cominciato a dar forma a Shizuku e
Seiji come a dei personaggi ideali, che valesse la pena disegnarli. In termini
pratici, più o meno dal punto in cui Shizuku decide di scrivere il proprio
racconto. La mia impressione è stata di riconoscerci quel che è tipico di Miyazaki!
Grazie allo staff, la produzione prosegue con un
spiegamento di forze di prim'ordine
Le opere dello Studio Ghibli riservano sempre delle
piacevoli sorprese, grazie all'impegno riversato nelle fasi della realizzazione:
ci può, per concludere, rivelare cosa sarà a rendere imperdibile Mimi o
sumaseba?
Be', secondo Miyazaki, il punto di forza è stata la
richiesta di collaborazione a persone che normalmente non lavorano con
l'animazione.
Per le scene in cui, nel corso del film, Shizuku parte per
il mondo del racconto da lei immaginato abbiamo ottenuto dei disegni dal
pittore Inoue Naohisa, e il risultato è stato davvero magnifico. Si sono aperti
dei paesaggi completamente diversi dai consueti fondali dell'animazione.
Le illustrazioni dei libri che Shizuku guarda più volte le
abbiamo chieste a Miyazaki Keisuke, che si occupa di incisioni su legno, ottenendo
delle immagini di gran forza.
Per la musica ci siamo rivolti a Nomi Yūji, che ha scelto di
utilizzare strumenti classici, ottenendo un effetto piuttosto singolare. Mentre
per la scena in cui i personaggi suonano e cantano, abbiamo fatto come si fa di
solito: prima abbiamo registrato il suono, e poi abbiamo realizzato le immagini
seguendolo. Lo stesso per il momento in cui Shizuku canticchia i versi della
canzone. Ah, anche i versi di Country Road, il tema del film, che
Shizuku traduce, abbiamo chiesto che ce li facesse una diciannovenne, Suzuki
Mako, in modo da avere qualcosa che sembrasse alla mano.
Credo che, con la collaborazione di persone del genere, sia
risultata un'opera molto ricca anche dal punto di vista del contenuto. Anche
per quanto riguarda lo staff che si occupa della realizzazione concreta,
in questa occasione abbiamo introdotto nuove persone nello staff
principale che vengono seguiti dai veterani, e che stanno portando a un
imponente spiegamento di forze.
Ho potuto toccare con mano quanto sia veramente un lavoro
duro creare un film come regista. Ora come ora, la mia impressione è che è
grazie all'ajuto di tante persone se io stesso sto riuscendo a portare avanti
il lavoro. ^_^
In tal caso, le auguriamo di poter impegnarsi il più
possibile, in vista dell'uscita su grande schermo!