La
seguente intervista è tratta dalla seguente rivista: Newtype, n.12, Dicembre
1999, pp.44-49.
La
traduzione è stata realizzata da Yupa tra i giorni 20 Ottobre e 3 Novembre
2003, riveduta e corretta tra il 16 e il 18 Novembre 2003.
La
traduzione con ha alcun fine di lucro, ma l'unico obiettivo di divulgare in
lingua italiana informazioni sull'animazione giapponese altrimenti
irraggiungibili.
Dizionarî
adoperati:
-
AA.VV., Dizionario Shogakukan Giapponese-Italiano, 1994, Shogakukan,
Tōkyō.
- Nelson, Andrew Nathaniel, The modern Reader's Japanese-English
Character Dictionary - second revised edition, 1974, Tuttle Language
Library, Rutland-Tōkyō.
-
Matsumura Akira (a cura di), Daijirin, 1995 (seconda edizione),
Sanseidō, Tōkyō.
Tutti
gli errori e le omissioni, nonché le note contenute tra parentesi quadrate,
sono da addebitarsi al traduttore. In caso di citazione si prega di non
alterare il contenuto.
L'ordine
cognome-nome rispetta l'originale giapponese e non è ribaltato come invece
avviene di consueto (quindi Oshii Mamoru e non Mamoru Oshii).
Nowadays
Oshii Mamoru Monolog
4 anni dopo l'uscita di Ghost in the Shell.
Oshii Mamoru rompe un lungo silenzio e presenta finalmente la sua nuova opera. Per
l'anno 2000 sono previste l'uscita di Jinrō, dove ha lavorato come
soggettista e sceneggiatore, e quindi di Avalon, la sua nuova attesa
regia. Partendo da queste sue opere, Oshii ci parlerà ampiamente di cinema e
narrazione, considerati da quel punto di vista che solo lui può avere.
Storie
di uomini che hanno potuto vivere solo come dei cani
La primavera del 2000 vedrà l'uscita di Jinrō, la
tanto attesa opera di Oshii Mamoru, la cui geniale creatività opera
indistintamente tra cinema dal vero e cinema animato. Jinrō, cui Oshii
ha lavorato come sceneggiatore e non come regista, riprende con una storia
originale il mondo del fumetto Kenrō densetsu (edito da Kadokawa
Shoten). [Il titolo è traducibile come "La leggenda dei cani‑lupo"; scritto
e disegnato alla fine degli anni ottanta, gli è stato aggiunto un capitolo
conclusivo nel 1999, proprio in occasione della preparazione di Jinrō;
il fumetto è ancora inedito in Italia. N.d.r.]
Le origini del ciclo di Kenrō densetsu affondano
in due film dal vero diretto sempre da Oshii a metà degli anni ottanta: Akai
Megane e Keruberosu · Jigoku no banken [più noti presso il
pubblico occidentale con i titoli The red Spectacles e Kerberos
Panzer Cops; il primo è del 1987, il secondo del 1991. N.d.t.]. Due titoli
che, più che dividere la critica, hanno ricevuto una quantità schiacciante di
giudizî negativi, e soltanto una piccola porzione di elogi; due titoli le cui
storie sono quelle di uomini che hanno potuto vivere solo come dei cani. E Jinrō
sarà una nuova opera di questo ciclo.
Il film, che a buon diritto può essere visto come parte
del mondo di Oshii, è stato diretto da Okiura Hiroyuki, qui al suo debutto.
Okiura già aveva lavorato come animatore e direttore delle animazioni in Kidō
keisatsu Patoreibā 2 - the Movie [il secondo lungometraggio
cinematografico della saga di Patlabor. N.d.t.] e Kōkaku kidōtai
- Ghost in the Shell, ed è sulla base degli ottimi risultati ottenuti che per
questa occasione è stato scelto come regista.
C'è però da chiedersi se non ci siano state delle incertezze
in questa scelta: Okiura non ha mai svolto questo ruolo, nemmeno lavorando al
montaggio.
Per quanto mi riguarda, dal punto di vista della
produzione, non ho riempito il mio progetto con chissà quanti dettagli, ma ho piuttosto
voluto fare in modo che Okiura potesse proporsi come un regista a tutti gli
effetti. E considerando che lo staff è stato lo stesso identico di Ghost
in the Shell, non ci sono state incertezze, non per quanto riguarda la
realizzazione effettiva. È per questo che, dopo aver scritto la sceneggiatura
praticamente in due settimane, l'ho consegnata a Okiura e non ho più messo mano
a nulla. L'idea era che a quel punto poteva fare le cose come più gli
piacevano.
Qualcosa
di interessante in quanto cinema, non in quanto animazione
Quindi la sceneggiatura è stata data a Okiura affidandogli
completamente il modo in cui interpretarla, e persino Oshii non ci ha più messo
parola.
Io ero più che altro preoccupato se Okiura sarebbe riuscito
a scoprire quello che è il cinema. Considerando lo staff che ci
lavorava, era ovvio che per quel che riguarda l'animazione il risultato finale
sarebbe stato buono. Ma il punto non era questo: era se si sarebbe riusciti a
realizzare qualcosa di interessante in quanto cinema. Credo sarebbe stato
davvero grave se Okiura non si fosse posto questo problema.
Dopo quasi tre anni di lavoro, Jinrō è completo.
Ma il risultato è effettivamente cinema?
Sì, e credo si tratti di un cinema piuttosto forte, che
colpisce. Penso che, più che definirlo commovente o interessante, sia giusto
dire che è un film che ti scuote. Quelli che l'hanno visto dicono tutti che sia
un buon film, che ne sono rimasti commossi. Ma a me sembra che dopo averlo
visto ci si fermi a riflettere, e che rimanga una sensazione sgradevole in cui,
anche se si sente che il film è splendido, non si riesce a comunicare agli
altri in cosa sia stato splendido. Può darsi sia questo uno dei suoi elementi
interessanti.
Fin'ora l'ho visto diverse volte, ma anch'io ancora non
capisco bene. Be', il film non è ancora stato projettato per il grande
pubblico. Può darsi che i critici lo apprezzino e le cose si fermino qui, però...
io vorrei diventasse oggetto di dibattito: ma stanno succedendo cose come
queste? È veramente esistito un periodo così? Sono esistite persone così?
Vorrei sapere il prima possibile come la società accoglierà tutto questo.
Ad essere sinceri ancora non so se, come incassi, avrà o
meno successo. So solo che il regista se fossi stato io, non ci spererei molto!
^_^ Si sarebbe trattato del solito racconto sui cani. Credo quindi che con la
regia di Okiura sia diventato un'opera diversa, più fresca. Anche se la gente
che l'ha visto mi ha detto: per fortuna che non l'hai girato tu! ^_^ Però è
così che stanno le cose. Se l'avesse girata un vecchio come me, una storia del
genere, sarebbe anche risultata convincente ai miei occhi, ma gli spettatori
non l'avrebbero gradita. Sono sicuro invece che, con la regia di un giovane
come Okiura, sia diventato un'altra opera.
Quindi, ora c'è da sperare che tutto vada per il meglio. Perché
se farà successo anche Okiura potrà aprirsi la sua strada. E se questa volta
abbiamo usato una storia così carina, ce ne sono molte altre ben più violente e
sconvolgenti. ^_^ È anche con questa ambizione che vorrei venisse projettato al
più presto.
È
il potere dell'eros a dare sostanza all'animazione
L'uscita di Jinrō è prevista per l'Estate del
2000. Il film è comunque già stato completato, e attualmente è già stato presentato
ai festival cinematografici di diversi paesi, ricevendo critiche molto
favorevoli. Anche la scelta di far precedere l'uscita all'estero rispetto a
quella in Giappone non ha precedenti nell'animazione.
Eppure il film non è stato realizzato pensando
soprattutto all'estero: lo scenario principale della storia è la Tōkyō degli
anni '30 dell'Era Shōwa [gli anni dal 1955 al 1965 secondo la datazione
tradizionale giapponese. N.d.t.]. E a parte la "polizia metropolitana", un organismo
immaginario, si tratta del Giappone così com'era una volta.
La storia racconta dell'incontro tra un uomo e una donna
che vivono in mondi diversi, sullo sfondo delle lotte tra la polizia
metropolitana, gli organismi della pubblica sicurezza e le organizzazioni
antigovernative. Le strutture retrostanti le diverse organizzazioni sono
complesse, ma le vicende dei protagonisti sono così semplici da poter colpire
in maniera diretta lo spettatore, al di là dell'età e della nazionalità.
Anche l'esser riusciti a rappresentare in questo modo i
protagonisti è dovuto all' impegno e alla passione che solo Okiura poteva avere.
Credo che se fossi stato io il regista, sarei caduto nella
schema del rapporto tra un cane di grossa taglia e la sua padrona. Invece
Okiura ha ancora quella tensione che lo porta a investire i suoi sentimenti sui
protagonisti. E vedo come una cosa positiva che il film sia così saturo di
sensualità. Sì, penso proprio si possa parlare di sensualità, e non avrei mai
immaginato che la si sarebbe potuta avvertire, che si sarebbe andati così in là
con un'atmosfera simile.
Anche perché la sceneggiatura si disperdeva in continue
chiacchiere sui cani, sull'ordine pubblico, e poi in sparatorie che non
finivano più. È merito delle capacità di Okiura se tutto è stato riassemblato
così a fondo da risultarne la storia tra un ragazzo e una ragazza.
Riguardo alla sensualità che emerge dal film, si è
trattato di qualcosa di involontario, e se lo si fosse voluto fare
coscientemente, il risultato sarebbe stato peggiore.
È stato in Ghost in the Shell che ho provato a
ottenerlo volontariamente... però, anche se compajono dei nudi, più che nudi
possiamo vederli come dei costumi. Il fatto è che in animazione possiamo anche
disegnare un nudo, ma alla fine rimane sempre un costume. E se vogliamo
superare questo fenomeno dobbiamo chiederci da dove salti fuori. Perché è un
fenomeno che si verifica sia che i personaggi siano nudi o vestiti.
Il punto è che se anche l'animazione è fatta soltanto di
disegni, è comunque possibile dar loro una sostanza. E questo può farlo il
potere dell'eros.
Il
tentativo di dar vita a una recitazione animata, non alle immagini fisse
Quindi la sensualità di Jinrō non è un risultato
cosciente di Okiura, ma qualcosa che è emerso in modo incosapevole.
Penso si possa anche dire sia stata frutto di una sua
sensibilità fisiologica. C'era da chiedersi però come sarebbe stata accolta la
cosa. C'era la possibilità di trovarsi con dei personaggi privi di qualunque
attrattiva. Sono difatti personaggi con ben poca simpatia, se si fa il
confronto con gli altri titoli di animazione che compajono sulle riviste. Non si
prova alcun piacere vedendoli nelle immagini fisse su carta patinata. E finché
non sono in movimento è impossibile capire se siano riusciti bene oppure no. Si
è trattata di una trasgressione volontaria da parte di Okiura, ha voluto che si
creassero dei personaggi privi di attrattiva nelle immagini fisse, per poterli
fare recitare tramite l'animazione. Certo, si è trattato di un bel rischio! ^_^
Anche perché sono molte le scene in cui compare questa recitazione animata.
Okiura stesso, comunque, ha già preso parte a opere,
come Hashire Merosu e Memories - Kanojo no omoide, dove la
recitazione aveva una parte importante. [Hashire Merosu parla della
battaglia di Maratona tra greci e persiani ed è inedito in Italia. Memories
- Kanojo no omoide è il primo episodio del lungometraggio Memories,
del 1995, supervisionato da Ōtomo Katsuhiro e diviso in tre episodî. N.d.t.]
Fondalmente Okiura è una persona con il forte desiderio di creare
storie sobrie, e non ha alcuna intenzione di disegnare robottoni o ragazzine carine.
È per questo che, lasciandolo libero, non farebbe mai storie con sparatorie o
cose simili. Quindi, rovesciando il discorso, se questo film potrà mai avere un
minimo valore commerciale, se sembrasse che Okiura abbia imparato che è
necessaria una certa confezione esteriore, be', forse il merito sarà di chi ha
scritto la sceneggiatura! ^_^
Capuccetto
rosso, un mezzo per dare solidità al film
In Jinrō c'è un'altra storia che si svolge,
parallelamente al quella dei protagonisti, cioè la fiaba di Cappuccetto
rosso. Così parla Oshii a proposito della citazione interna al film.
Far procedere all'interno del film un altro dramma,
semplice e puro e che gli sia estremamente vicino è una tecnica usata da molto
tempo. È anche un sistema per dar più solidità alla struttura del film. Tutti
conoscono la storia di Cappuccetto rosso, compare spesso nel folklore.
Inoltre, se si fanno delle ricerche, se ne possono trovare innumerevoli
versioni, il cui contenuto cambia a seconda dei luoghi e delle epoche. Nel mio
caso, ne ho fatta una sintesi che si potesse incorporare nella narrazione. Abbiamo
creato una storia contemporanea usando la forza di un classico. È questo che vuol
dire fare dell'animazione cinema. L'animazione non può diventare cinema se non
si attinge agli elementi di realtà esterne ad essa, e credo non si sia ancora
abbastanza consapevoli di questo.
Si può dire, poi, che Cappuccetto Rosso abbia
dato maggior spessore a un ciclo il cui filo conduttore sono storie che parlano
di lupi (cani) e uomini.
C'è un detto famoso: "Le storie scritte sui lupi sono
innumerevoli, ma non esistono storie scritte dai lupi". Se si vuole fare una
storia sul legame tra i cani o i lupi e gli uomini, il problema più grande sta
qua: si tratta sempre e comunque di sentimenti e pensieri che si muovono a
senso unico. Sono più profondi quelli rivolti agli esseri umani, che alla fine diventano
l'oggetto di emozioni e sentimenti. Ma gli animali sono un oggetto che l'uomo
costruisce entro la propria coscienza come un altro da sé, e senza gli animali
l'uomo non può essere uomo. Solo che l'uomo, nell'istante in cui diventa tale,
se ne dimentica, e finisce per pensare unicamente a se stesso, tanto che non si
riesce più a capire cosa sia l'uomo. È questo che io desidero raccontare.
Con
Avalon voglio trovare il cinema come lo concepisco ora
Dopo cinque anni, ecco quella che sarà effettivamente la
nuova opera di Oshii come regista: Avalon. I dettagli della trama non
sono ancora chiari, ma nella realizzazione sono state sfruttate a fondo le
tecniche digitali, anche rifacendosi agli esperimenti di G.R.M.,
attualmente in fase di progettazione [G.R.M. è il progetto per un
lungometraggio girato da Oshii, che avrebbe unite le tecniche digitali all'animazione
tradizionale e al cinema dal vero; la produzione, inizata nel 1995, ha sùbito
incontrate delle difficoltà, pare di natura economica, e a tutt'oggi il suo
completamento è stato rimandata a data da destinarsi]. Le riprese sono state
fatte in Polonia e anche il cast è interamente polacco. Sono state
realizzate anche delle scene probabilmente impossibili da farsi in Giappone,
grazie alla collaborazione dell'esercito polacco. Attualmente le riprese in
Polonia, durate tre mesi, sono terminate, e i lavori sulla computergrafica e la
sintesi digitale stanno procedendo regolarmente.
Oshii afferma che realizzare ora un film dal vero è
necessario per poi poter tornare nuovamente all'animazione.
Su alcune riviste hanno scritto titoli secondo cui mi sarei
stufato dell'animazione, ma non è vero! ^_^ Non ne sono affatto stufo!
Solamente, avverto un sensazione di pericolo se non mi alterno tra animazione e
cinema dal vero. Non sono certo Ataru di Urusei yatsura, però la mia idea
è che "devo essere libero dalla persona che mi piace, perché possa continuare a
piacermi"! Inoltre non posso certo tornare all'animazione a mani vuote, dopo
più di tre anni che me ne sono allontanato. Il fatto è che ho bisogno di
trovare qualcosa, e per riuscirci c'è solo il cinema dal vero. Certo, avrei
potuto girare il film in maniera molto più semplice, senza andare per forza in
Polonia, ma temevo che così non sarebbe più stato un mio film. Credo si possa
riuscire a fare un film anche senza far correre i carri armati per le strade,
ma ultimamente ho capito che per me questo metodo è necessario. È per questo
che vorrei tornare all'animazione, onestamente e in tutta sicurezza, solo
quando sarò riuscito a scorgere anche un minimo di quello che è il cinema come
lo concepisco ora.