Il seguente testo è tratto dalla press release relativa al film The Sky Crawlers, datata 20 giugno 2007. Il testo è reperibile in lingua originale al seguente indirizzo internet: http://ir.eol.co.jp/EIR/3791?task=download&download_category=tanshin&id=468636&a=b.pdf
La traduzione è stata realizzata da Yupa il 23 giugno 2007, rivista e corretta il giorno successivo.
L'ordine cognome-nome rispetta l'originale giapponese e non è ribaltato come invece avviene di consueto (quindi Oshii Mamoru e non Mamoru Oshii).
La traduzione è stata eseguita senza alcun fine di lucro, con l'unico scopo di divulgare informazioni in lingua italiana sull'animazione giapponese, altrimenti irraggiungibili, ed è liberamente distribuibile. In caso di citazione si prega di non alterare il contenuto. In caso di distribuzione e/o utilizzo si prega comunque di avvisare anticipatamente il traduttore.
Tutti gli errori e le omissioni sono da addebitarsi al traduttore.

 

Ora ho qualcosa che desidero comunicare ai giovani

Oshii Mamoru parla a proposito di The Sky Crawlers, suo film previsto per il 2008

 

L’Estate scorsa ho raggiunto i cinquantacinque anni.
Come regista cinematografico, non sono né vecchio né giovane. Pur avendo ancora una montagna di cose che vorrei fare, ho realizzato di star vivendo quella che, nel linguaggio comune, viene definità la maturità artistica. Forse perché mi sono chissà quando trovato circondato da staff fatti unicamente da giovani, o perché ho avuto più volte a che fare con la mia unica figlia, ormai un’adulta.
 
Come regista cinematografico, cosa dovrei creare ora? Sono giunto a sentire il forte desiderio di dire qualcosa ai giovani che vivono il momento attuale.
Vivono in un paese in cui non ci sono fame, rivoluzioni e nemmeno guerre. Abbiamo ottenuto una società in cui molti possono vivere sino alla morte naturale senza dover lottare per mangiare, vestirsi o abitare. Ma mi chiedo se, cambiando prospettiva, non si tratti di qualcosa di molto spiacevole... Esiste una fiaba in cui un uomo raggiunge il Paradiso di sua volontà, ma dopo pochi giorni si annoia: nel momento in cui si ha davanti quel che si desidera, allora si manifesta l’essenza dell’oggetto desiderato. Gli uomini sono impossibili da soddisfare.
Giunto a questa età, ho cominciato a toccare con mano sempre piú le difficoltà del vivere. E ho anche cominciato a riflettere se non dovrei comunicare qualcosa a quei giovani che stanno per conoscere il vero stato delle cose.
 
Mi chiedo se la ragione fondamentale di tanti dolorosi casi che hanno al loro centro i giovani non sia proprio questa condizione in cui si trova l’uomo contemporaneo, costretto a vivere questa vita che sembra eterna.
Un’epoca in cui i genitori uccidono i figli e i figli i genitori. Un’epoca in cui, senza alcuna ragione, i giovani rinunciano alla propria vita. Non riesco a impedirmi di pensare che dentro ai cuori di chi attualmente vive nel nostro paese, materialmente prospero, si stia espandendo uno sterile deserto spirituale.
 
Cosa si può dire ai giovani che vivono un’epoca del genere?
 
I Kildren, i protagonisti di The Sky Crawlers, sono bambini destinati a vivere una vita eterna sin dalla nascita. Non muoiono di vecchiaia. E non solo vivono normalmente, ma il loro aspetto è eternamente adolescenziale.
Scenario del film è un’epoca contemporanea alternativa ma possibile. I Kildren combattono una guerra-spettacolo, una sorta di specchio della società attuale come noi adulti l’abbiamo costruita.
Loro scelgono le splendide battaglie nel cielo, come piloti di aerei da caccia. Sempre consapevoli della morte, combattono con tutte le loro forze, rispettando gli altri, siano amici o nemici. Uno stile di vita davvero bellissimo. Non è che non possano diventare adulti: hanno scelto di non diventarlo. Perché pensano che una vita stupenda non significhi diventare adulti, far finta d’aver capito qualcosa, urlare a gran voce di voler vivere con sogni e speranze per il futuro, ma accettare la realtà che si ha ora davanti, vivendo al massimo ogni giornata.
 
Giovani disoccupati o precarî, ragazze che passano le ore sedute nei locali di Ginza. Ragazzi che hanno uccidono i genitori. Sottoporli agli sguardi dall’alto degli adulti, etichettarli con nomi del tutto simili a malattie non serve per afferrare la loro essenza.
Per quale motivo hanno dovuto scegliere questo stile di vita? L’attualità in cui devono vivere e poi il futuro che verrà: che razza di mondo mai sarà? Io credo che sia proprio questo il momento in cui porgere orecchio alle voci che salgono dal fondo dei loro animi, il momento in cui dir loro qualcosa.
 
Questo film avrà il suo climax con un monologo del protagonista:
 
Eppure... ieri e oggi non sono la stessa cosa.
E anche oggi e domani, sicuramente saranno diversi.
Anche lungo la stessa strada di sempre è possibile camminare per posti diversi.
Anche se è la stessa strada di sempre, i paesaggi mutano.
Non ci si può accontentare di cosí poco?
O non si può proprio perché è troppo poco?
 
Questo è il tema del film, ed è ciò che vorrei comunicare ai giovani.
Anche se si arrivasse a vivere una vita eterna, l’oggi e lo ieri sarebbe diversi. Lo stormire degli alberi, l’odore del vento, il calore di chi ti sta vicino: vivere, e credere che possano esistere cose anche minime, ma sicuramente percepibili... Guardandolo cosí, questo mondo in cui viviamo non è da buttare. Anche nei giorni che si ripetono uguali a se stessi, i paesaggi che possiamo vedere mutano. Facciamo tesoro di ciò, e andiamo avanti a vivere questa spietata attualità.
Tramite questo film voglio trasmettere ai giovani che vivono ora non una vuota giustizia urlata a gran voce, non incoraggiamenti banali, bensí una vera speranza, pacata ma sicura.
 
Per questo ho preso una decisione nuova, di mettere da parte il metodo registico che ho coltivato in questi ultimi anni, per creare un film d’intrattenimento rivolto ai giovani, con sceneggiatura e regia completamente diversi rispetto a Innocence. Ovviamente, spero di vincere la sfida.
 
E spero vivamente che in molti accettino di partecipare e versare insieme il loro sudore per questo film.