Oshii Mamoru parla a
proposito di The Sky Crawlers, suo film previsto per il 2008
L’Estate scorsa ho raggiunto i cinquantacinque anni.
Come regista
cinematografico, non sono né vecchio né giovane. Pur avendo ancora una montagna
di cose che vorrei fare, ho realizzato di star vivendo quella che, nel
linguaggio comune, viene definità la maturità artistica. Forse perché mi sono
chissà quando trovato circondato da staff fatti unicamente da giovani, o
perché ho avuto più volte a che fare con la mia unica figlia, ormai un’adulta.
Come regista
cinematografico, cosa dovrei creare ora? Sono giunto a sentire il forte
desiderio di dire qualcosa ai giovani che vivono il momento attuale.
Vivono in un paese in
cui non ci sono fame, rivoluzioni e nemmeno guerre. Abbiamo ottenuto una
società in cui molti possono vivere sino alla morte naturale senza dover
lottare per mangiare, vestirsi o abitare. Ma mi chiedo se, cambiando
prospettiva, non si tratti di qualcosa di molto spiacevole... Esiste una fiaba
in cui un uomo raggiunge il Paradiso di sua volontà, ma dopo pochi giorni si
annoia: nel momento in cui si ha davanti quel che si desidera, allora si
manifesta l’essenza dell’oggetto desiderato. Gli uomini sono impossibili da
soddisfare.
Giunto a questa età, ho
cominciato a toccare con mano sempre piú le difficoltà del vivere. E ho anche
cominciato a riflettere se non dovrei comunicare qualcosa a quei giovani che
stanno per conoscere il vero stato delle cose.
Mi chiedo se la ragione
fondamentale di tanti dolorosi casi che hanno al loro centro i giovani non sia
proprio questa condizione in cui si trova l’uomo contemporaneo, costretto a
vivere questa vita che sembra eterna.
Un’epoca in cui i
genitori uccidono i figli e i figli i genitori. Un’epoca in cui, senza alcuna
ragione, i giovani rinunciano alla propria vita. Non riesco a impedirmi di
pensare che dentro ai cuori di chi attualmente vive nel nostro paese,
materialmente prospero, si stia espandendo uno sterile deserto spirituale.
Cosa si può dire ai
giovani che vivono un’epoca del genere?
I Kildren, i protagonisti di
The Sky Crawlers, sono bambini destinati a vivere una vita eterna sin
dalla nascita. Non muoiono di vecchiaia. E non solo vivono normalmente, ma il
loro aspetto è eternamente adolescenziale.
Scenario del film è
un’epoca contemporanea alternativa ma possibile. I Kildren combattono una
guerra-spettacolo, una sorta di specchio della società attuale come noi adulti
l’abbiamo costruita.
Loro scelgono le
splendide battaglie nel cielo, come piloti di aerei da caccia. Sempre
consapevoli della morte, combattono con tutte le loro forze, rispettando gli
altri, siano amici o nemici. Uno stile di vita davvero bellissimo. Non è che
non possano diventare adulti: hanno scelto di non diventarlo. Perché pensano
che una vita stupenda non significhi diventare adulti, far finta d’aver capito
qualcosa, urlare a gran voce di voler vivere con sogni e speranze per il
futuro, ma accettare la realtà che si ha ora davanti, vivendo al massimo ogni
giornata.
Giovani disoccupati o
precarî, ragazze che passano le ore sedute nei locali di Ginza. Ragazzi che
hanno uccidono i genitori. Sottoporli agli sguardi dall’alto degli adulti,
etichettarli con nomi del tutto simili a malattie non serve per afferrare la
loro essenza.
Per quale motivo hanno
dovuto scegliere questo stile di vita? L’attualità in cui devono vivere e poi
il futuro che verrà: che razza di mondo mai sarà? Io credo che sia proprio
questo il momento in cui porgere orecchio alle voci che salgono dal fondo dei
loro animi, il momento in cui dir loro qualcosa.
Questo film avrà il suo climax
con un monologo del protagonista:
Eppure... ieri e oggi
non sono la stessa cosa.
E anche oggi e
domani, sicuramente saranno diversi.
Anche lungo la stessa
strada di sempre è possibile camminare per posti diversi.
Anche se è la stessa
strada di sempre, i paesaggi mutano.
Non ci si può
accontentare di cosí poco?
O non si può proprio
perché è troppo poco?
Questo è il tema del
film, ed è ciò che vorrei comunicare ai giovani.
Anche se si arrivasse a vivere una vita
eterna, l’oggi e lo ieri sarebbe diversi. Lo stormire degli alberi, l’odore del
vento, il calore di chi ti sta vicino: vivere, e credere che possano esistere
cose anche minime, ma sicuramente percepibili... Guardandolo cosí, questo mondo
in cui viviamo non è da buttare. Anche nei giorni che si ripetono uguali a se
stessi, i paesaggi che possiamo vedere mutano. Facciamo tesoro di ciò, e
andiamo avanti a vivere questa spietata attualità.
Tramite questo film voglio trasmettere ai
giovani che vivono ora non una vuota giustizia urlata a gran voce, non
incoraggiamenti banali, bensí una vera speranza, pacata ma sicura.
Per questo ho preso una decisione nuova,
di mettere da parte il metodo registico che ho coltivato in questi ultimi anni,
per creare un film d’intrattenimento rivolto ai giovani, con sceneggiatura e
regia completamente diversi rispetto a Innocence. Ovviamente, spero di
vincere la sfida.
E spero vivamente che in molti accettino
di partecipare e versare insieme il loro sudore per questo film.